Riforma della prescrizione: cos’è e cosa prevede
Sei uno studente presso la Facoltà di Giurisprudenza a Catania dell’Università online Niccolò Cusano? Segui con interesse i fatti politico-sociali del nostro Paese? Sicuramente avrai sentito parlare di Riforma della prescrizione.
Di cosa si tratta? Cos’è e cosa prevede questa riforma?
A queste domande cercheremo di dare risposta nella nostra breve guida. Ti consigliamo pertanto di leggere con attenzione per sapere di cosa stiamo parlando.
Prescrizione: cos’è?
Prima di entrare nel vivo della Riforma della prescrizione, è bene fare chiarezza sul concetto base, ovvero la prescrizione. Cos’è? Cosa si intende con questo termine?
Per prescrizione si intende un Istituto di diritto (penale e civile) che stabilisce che ci sia un termine entro il quale un reato può essere perseguito dalla legge. In pratica, trascorso un certo periodo, un reato non può più essere perseguito ed il potenziale sospettato di quel reato non può essere più processato. Alla base di questa norma vi è la convinzione che, trascorso un certo numero di anni, non sia più interesse della comunità perseguire quel reato o non ci siano più le condizioni per farlo. Si tratta di un istituto adottato, con modalità diverse, dai Paesi democratici come l’Italia, basati su un sistema di leggi scritte. La prescrizione dunque è una sorta di data di scadenza del reato, oltre la quale il processo si conclude con il proscioglimento dell’imputato per intervenuta prescrizione. Tale “scadenza” è calcolata in base alla gravità del reato e alla pena massima prevista dal Codice penale per quel reato. I reati puniti con l’ergastolo non cadono mai in prescrizione.
Riforma della prescrizione: novità
Ora che abbiamo chiarito cos’è la prescrizione, passiamo alla Riforma e alle ultime novità sulla prescrizione. Il tema della prescrizione è uno dei più discussi sulla scena politica italiana. Nel nostro Paese, prima della Riforma entrata in vigore il 1° gennaio 2020, un reato poteva considerarsi estinto se superava un tempo eccessivo. Ciò accadeva indipendentemente che si arrivasse ad una sentenza di primo grado o di appello. Ora, con la Riforma, una volta arrivati alla sentenza di primo grado, la prescrizione non potrà essere applicata.
La Riforma della prescrizione viene applicata solo ai presunti reati compiuti a partire dallo scorso 1° gennaio 2020 e solo dopo che si arriverà ad una sentenza di primo grado, sia di condanna che si assoluzione. I termini della prescrizione restano invariati per i cosiddetti reati consumati e tentati, mentre cambiamo per i reati continuati, quelli in cui una persona commette più reati facenti parte di uno stesso disegno criminoso.
Ora che ti abbiamo spiegato sinteticamente quali sono le novità della Riforma delle prescrizione, non ci resta che augurarti un grande in bocca al lupo per i tuoi studi in Giurisprudenza.